Prove razionali della profezia e missione di Muhammad (s)

  • Il Messaggero di Allah era analfabeta

    non sapeva nè leggere nè scrivere e viveva in mezzo ad un popolo in cui pochissimi erano gli istruiti. Nessuno quindi potrà pretendere che fosse lui l'autore del Corano. Allah dice: "Prima di questo non recitavi alcun Libro e non scrivevi con la tua destra; [chè altrimenti] coloro che negano la verità ـ avrebbero avuto dubbi." ( Il Corano 29: 48.)


    Gli arabi che erano eloquentissimi, rimasero stupefatti ed affascinati dalla bellezza e l'eloquenza del Corano. Era il miracolo del Profeta Muhammad (s) che diceva: "I miracoli dei Profeti precedenti coprivano solo le loro epoche rispettive. Il miracolo offertomi è invece universale, perchè è la rivelazione da Allah, il Corano; mi auguro perciò che nel Giorno del Giudizio i miei seguaci siano quelli più numerosi." (Sahih di Bukhari e Sahih di Muslim)

    Benchè i connazionali del Profeta eccellessero in materia di poesia e di eloquenza, non furono capaci di raccogliere la sfida fatta loro da Allah di produrre un libro simile al Corano. Nè poterono raccogliere la sfida di produrre una sola sura simile alle sue. Ecco quello che Allah dice "E se avete qualche dubbio in merito a quello che abbiamo fatto scendere sul Nostro Servo, portate allora una Sura simile a questa e chiamate altri testimoni all'infuori di Allah, se siete veritieri." (Il Corano; 2: 23 )

    Anzi la sfida di Allah si allargò a tutta l'umanità: "Di': “Se anche si riunissero gli uomini e dèmoni per produrre qualcosa di simile di questo Corano, non ci riuscirebbero, quand'anche si aiutassero gli uni con gli altri.” (Il Corano; 17: 88)

  • La sua perseveranza nella missione malgrado gli ostacoli e le ostilità del suo popolo che era giunto fino al complotto per eliminarlo fisicamente e mettere fine alla sua missione.

    Malgrado tale situazione Muhammad (s) diede prova di grande pazienza e continuò a predicare ed a diffondere la nuova religione. Se fosse stato un impostore- e non lo era assolutamente – avrebbe avuto paura per la sua vita ed avrebbe messo fine alla missione.
    Dr. M. H. Durrani scrive: "La fede profonda che lo animava, il suo frenetico attivarsi, la salda decisione con cui Muhammad ha condottro il suo movimento fino alla vittoria finale, tutti tratti che costituiscono una prova lampante della veracità della sua missione. Se in fondo all'anima lui avesse il minimo dubbio o la minima esitazione non avrebbe mai resistito alla tempesta che era durata venti anni interi. Non vi è una prova più chiara della sua completa sincerità. Tutti questi fattori ci conducono a desumere che questo uomo è veramente il Messaggero di Allah, che questo uomo è il Profeta: era un esempio raro di bontà, era l'esempio per la sincerità e l'affidabilità: la sua vita, le sue idee, la sua generosità, in una parola la sua fede e le sue opere costituiscono una prova della sua profezia. Ogni uomo che studia senza pregiudizi e senza fanatismo la sua vita e la sua missione non potrà che concludere che era un messaggero mandato da Allah e che il Corano che ha portato agli uomini era veramente il libro di Allah. Ogni studioso obiettivo e serio il cui oggetto unico è la ricerca della verità, arriva necessariamente a questo giudizio." ( Da "Dissero sull'islam" del dottor Imed Eddine Khalil; citato più sopra; pp. 106-107 )

  • É risaputo che l'uomo per la sua natura, ama la vita ed ama godersi le sue comodità, i suoi lussi e le sue bellezze.

    Allah dice a tale riguardo: "Abbiamo abbellito, agli [occhi degli] uomini, le cose che essi desiderano: le donne, i figli, i tesori accumulati d'oro e d'argento, i cavalli marchiati, il bestiame e i campi coltivati; tutto ciò è solo godimento temporaneo della vita terrena, mentre verso Allah è il miglior ritorno." (Il Corano; 3: 14)


    L'uomo non può fare a meno di procurarsi questi beni e piaceri. Ma non tutti usano gli stessi mezzi e metodi: chi li acquisisce in modo lecito, chi se ne impadronisce in tutti i modi violenti ed illeciti. All'inizio della sua Missione, il profeta ha dovuto fronteggiare il continuo ricatto dei suoi concittadini. Hanno tentato di sedurlo proponendogli il potere, le più belle donne della contrada, le ricchezze delle più opulenti tribù in cambio di abbandonare questa nuova religione e di cessare di invitare la gente ad abbracciarla. Lui rispondeva: "Giuro su Allah; mi mettessero il sole nella mano destra e la luna nella sinistra, non abbandonerei questa faccenda; non cederò mai finquando Allah non avrà diffuso questa fede ovunque, oppure morrò nella sua via." ( Sira di Ibn Hisciam 2 / 101.)

    Se fosse un impostore, -ed è certo che non lo era- non avrebbe esitato a cogliere tutte le allettanti occasioni offertegli. Dr M. Durrani dice: "Ha sopportato vicissitudini e difficoltà durante ininterrotti tredici anni vissuti alla Mecca, poi altri otto anni passati a Medina senza cedere nè muovere le sue posizioni di un capello; rimase saldo, deciso, intransigente sui principi e sugli scopi. Gli hanno offerto di coronarlo re, di portare ai suoi piedi tutte le ricchezze del paese a patto solo che si fermasse di predicare quella religione e di portare a termine quella sua missione. Rifiutò tutte quelle seduzioni e scelse invece di fronteggiare le difficoltà che la sua predicazione comportava. Perchè? Perchè non si è mai curato della ricchezza, del potere, del regnare, della gloria, del riposo, delle comodità, del lusso? Chi vuole giudicarlo, deve prima riflettere molto profondamente a questo. " ( Dal libro "Dissero sull'islam" del dottor Imed Eddine Khalil, citato; p. 105-106 )

  • É ovvio e chiaro che chi assume il potere, la direzione o la pesidenza considera che tutto quello che trova sotto la sua autorità, averi, beni, risorse, uomini è a sua disposizione e dedicato a servirlo.

    Invece Muhammad (pace e benedizione di Allah su di lui) sa che la vita non è nè stabile nè duratura. "Ibrahim riferisce secondo Alcama che Abdullah disse:"Il profeta un giorno si adagiò a dormire su una coperta di paglia; vedemmo quando si alzò, che ne rimase impronta la sua pelle; gli dissi: "O Messaggero di Allah, i miei ti siano sacrificio! perchè non ci hai detto di ammorbidirti il giaciglio con altre coperte?" Ci rispose dicendo: "Fra me e questa vita c'è solo questo tratto: vi sono a mo' di un viandante su un mulo: si riposa per un attimo all'ombra di un albero e lo lascia ripartendo, poco dopo." (Tirmidhi)

    An-Nu'man Ibn Bascir riferisce:"Ho visto il vostro profeta mentre si dava da fare e non riusciva a trovare abbastanza "daql" (datteri di cattiva qualità) per riempirsi lo stomaco." (Sahih di Muslim).


    Abu Hureira riferisce:"Fino alla morte di Muhammad, la sua famiglia non mangiò mai a sazietà per tre giorni consecutivi." (Sahih di Bukhari.)


    Sua moglie Aiscia indicò che un giorno :"il profeta acquistò cibo da un ebreo dandogli in pegno la sua corazza." (Sahih di Bukhari.)


    Eppure si sa che la penisola araba gli doveva molto della sua ricchezza e che i musulmani riconoscevano di essergli debitori dei beni e della prosperità di cui disponevano. D'altronde, quello che precede non vuol dire che il profeta non poteva avere quello che voleva: disponeva direttamente di tutte le ricchezze e dei beni in deposito in moschea; ma non lasciava la moschea e non cessava di darsi da fare prima di aver distribuito tutto ai poveri e bisognosi. Tra i suoi compagni c'erano uomini ricchi che possedevano fortune, ricchezze e beni di ogni genere. Facevano a gara per mettersi al suo servizio e nessuno esitava a mettere a sua disposizione tutto quello che possedeva; ma Muhammad sapeva la verità della vita e diceva: "Per Allah, rispetto all'altra, questa vita è simile all'indice della mano che uno immerge nell'acqua del mare: guardate cosa ne riporta." ( Sahih di Muslim)

    Lady E. Cobold dice:
    "Malgrado che Muhammad fosse il signore della penisola araba...non ha mai guardato ai titoli, non ha mai voluto trarne profitto; anzi rimase lo stesso accontentandosi di essere il Messaggero di Allah e il servitore dei musulmani: puliva personalmente la sua casa, si rattoppava la scarpa da solo, nobile e generoso come una brezza benefica, meta del povero e del bisognoso a cui egli mai rifiutava il poco che aveva o gli bastava appena." ( Nel suo libro intitolato: "Il pellegrinaggio alla Mecca", Londra 1934; vedi : "Dissero sull'islam" di Imed Eddine Khalil )

  • Il Profeta fronteggiava spesso molte difficoltà, a volte personali o famigliari.

    Ad alcune di queste difficoltà non trovava soluzione; così rimaneva preoccupato ed addolorato in attesa di una soluzione rivelata. In questo ordine di difficoltà, riferiamo l'episodio della calunnia contro sua moglie Aiscia, accusata di infedeltà. Il Profeta rimase per tutto un mese bersaglio degli attacchi e derisione dei suoi avversari. Infine una rivelazione venne ad innocentare la moglie. Se fosse un impostore- e certo che non lo era- avrebbe trovato una soluzione immediata al problema, simulando molto prima una rivelazione al fine di rimuovere la difficoltà. Il profeta invece subì tutto con grande pazienza ed infine tutto divenne chiaro. Il Profeta infatti "non è traviato, non è in errore; e neppure parla d'impulso." (Il Corano; 53 2-3)

  • Il Messaggero di Allah non voleva essere adulato

    non accettava che gli si riservasse o si mostrasse una ammirazione eccessiva. Anas diceva: "Non amavano nessuno più del Messagero di Allah. Ma quando lo intravvedevano, non si alzavano, giacchè sapevano che detestava queste maniere." (Tirmidhi)

    W. Irving diceva del Profeta : "Malgrado i suoi successi militari, il profeta non andava fiero nè se ne vantava, guerreggiava per l'islam e non per un interesse personale. Anche quando giunse all'apice della sua gloria, il Messaggero di Allah conservò la sua semplicità, la sua modestia, e si offuscava quando entrando in una stanza, gli si facevano segnali di rispetto esagerati. Certo che aveva in mente ed aveva costruito uno Stato forte, ma era lo stato dell'islam; vi giudicò con equità e non pensò mai a trasformare il potere in potere ereditario, a favore della sua famiglia." ( dal libro "Dissero sull'islam" del Dottor Imed Eddine Khalil pp. 95-96.)

  • Alcuni versetti del Corano sono stati rivelati come severi rimproveri ed avvertimenti, per certi comportamenti del profeta.

    • Il primo esempio che riportiamo è relativo a quando, spinto dalle sue mogli, egli si proibì il consumo del miele; Allah gli rivelò questo versetto: "O Profeta, perché, cercando di compiacere le tue spose, ti interdisci quello che Allah ti ha permesso? Allah è perdonatore, misericordioso." (Il Corano 66: 1)
    • Un ulteriore episodio fu quello in cui il Profeta si affrettò ad accogliere la scusa di alcuni ipocriti che non vollero prendere parte alla conquista di Tabuk. Il profeta perdonò loro senza accertarsi, senza esaminare i loro casi per distinguere i sinceri dai bugiardi:"Che Allah ti perdoni: perché li hai dispensati [dal combattere], prima che tu potessi distinguere chi diceva il vero e chi era bugiardo?" (Il Corano 9: 43)
    • Ecco un altro episodio in cui Allah rimprovera gravemente il Suo Messaggero: "Non si addice ad un profeta prendere prigionieri finché non avrà completamente soggiogato la terra. Voi cercate il bene terreno, mentre Allah vuole [darvi] quello dell'altra vita. Allah è eccelso, saggio. Se non fosse stato per una precedente rivelazione di Allah, vi sarebbe toccato un castigo immenso per quello che avete preso." (Il Corano 8; 67-68)
    • Aiscia, - Allah sia soddisfatto di lei-, moglie del profeta disse: "Se Muhammad avesse veramente da tacere cose da quello che Allah gli rivelava, avrebbe sicuramente taciuto questo versetto: "mentre nel tuo cuore tenevi celato quel che Allah avrebbe reso pubblico. Temevi gli uomini, mentre Allah ha più diritto ad essere temuto." (Il Corano; 33: 37)
    • Altri esempi di rimprovero di Allah rivolto al suo Messaggero: "Tu non hai nessuna parte in ciò, sia che [Allah] accetti il loro pentimento sia che li castighi, ché certamente sono degli iniqui." (Il Corano 3: 128).
    • Ma l'illustrazione più lampante della lontananza del profeta da ogni impostura è l'episodio del rimprovero a lui fatto da Allah Eccelso riguardo al vecchio cieco che venne a consultarsi con lui e di cui il profeta si distolse: ecco i versetti del santo Corano: "Si accigliò e voltò le spalle. quando il cieco venne da lui. Cosa ne puoi sapere? Forse voleva purificarsi." (Il Corano 80: 1-3)

    Se il profeta fosse un impostore - e non lo era di certo- tutti i versetti citati che comportano severi avvertimenti e rimproveri nei suoi confronti sarebbero stati cancellati dal Corano.

    Ed è esattamente quello che dice Lightner: "Una volta Allah Eccelso rivelò al Suo profeta versetti di forte rimprovero perchè ha girato le spalle ad un uomo povero cieco ed ha continuato a parlare con un altro uomo, ricco e potente. Detta rivelazione è mantenuta ed è pubblicata. Se il Profeta fosse come dicono di lui gli stolti cristiani, questa rivelazione non sarebbe mai esistita."( Nel suo scritto: "La religione islamica" citato come sopra, dal dottor Imed Eddine Khalil, in:"Dissero sull'Islam.")

  • Uno dei segni più convincenti della verità della profezia di Muhammad (s) sta nella sura 111 del Corano, la sura di Abu Lahab.

    Abu Lahab era uno zio del Profeta e nella sura coranica Allah lo condanna all'inferno per il suo odio costante dell'islam.

    Il dottor Gari Millerdisse: "Questo uomo detestava fortemente l'Islam al punto che seguiva Muhammad ovunque andava al fine di denigrarlo. Quando vedeva il Messaggero di Allah che parlava a stranieri, aspettava che si separassero, poi andava verso di loro a chiedere: "Che cosa vi ha detto Muhammad? Se vi ha detto bianco vuol dire che è nero, se vi ha detto che fa notte, vuol dire che è giorno." Insomma si opponeva a tutto quello che suo nipote diceva e metteva la gente in dubbio nei suoi confronti. Dieci anni prima della sua morte una sura intitolata Al Massad, è stata rivelata nel Corano. Stabilisce che Abu Lahab sarebbe finito in Inferno. In altre parole, stabiliva che non avrebbe mai abbracciato l'islam.
    Per dieci anni Abu Lahab non faceva altro che ripetere a chi voleva sentirlo: "Muhammad dice che io non sarei mai diventato musulmano, che sarei andato in inferno; ora sono pronto ad abbracciare l'islam! Cosa ne pensate? É vero che Muhammad è un profeta? É vero che certe cose gli sono rivelate? La rivelazione che gli viene fatta è veramente una rivelazione divina?"

    La sura era stata rivelata agli inizi della missione del Profeta. Una condanna così recisa dello zio all'inferno poteva costituire un rischio per il Profeta: se Abu Lahab decidesse o avesse deciso di abbracciare l'Islam non fosse altro che apparenemente, sarebbe diventato una prova seria contro la sincerità di Muhanmmad e una smentita del Corano.

    Per dieci anni Abu Lahab non diede il minimo segno di essere cambiato o di avere in simpatia l'islam. Per tutto questo tempo Muhammad era così sereno che non poteva esserci alcun dubbio: era portatore di una rivelazione che superava le sue forze. Era una prova fondamentale che quello che predicava, che l'Islam, era una rivelazione di Allah. Allah solo può sapere che Abu Lahab non cambierà mai e che l'inferno sarà la sua dimora. "Periscano le mani di Abû Lahab, e perisca anche lui. Le sue ricchezze e i suoi figli non gli gioveranno. Sarà bruciato nel Fuoco ardente, assieme a sua moglie, la portatrice di legna, che avrà al collo una corda di fibre di palma." (Il Corano 111: 1-5)

  • Nel Santo Corano, il Messaggero di Allah viene chiamato "Ahmad" invece di Muhammad (s)

    "E quando Gesù figlio di Maria disse: “O Figli di Israele, io sono veramente un Messaggero di Allah a voi [inviato], per confermare la Torâh che mi ha preceduto, e per annunciarvi un Messaggero che verrà dopo di me, il cui nome sarà Ahmad”. Ma quando questi giunse loro con le prove incontestabili, dissero: “Questa è magia evidente.”
    Se il Profeta fosse un impostore – ed è certo che non lo era- questo nome non sarebbe stato riferito nel Corano.

  • La religione predicata dal profeta è ancora viva e si diffonde sempre di più in tutto il pianeta


    malgrado lo scarso sostegno materiale ed umano di cui dispone rispetto ai mezzi in mano alle altre religioni e malgrado le continue campagne anti-islamiche che tentano di sfigurare l'islam e di snaturarlo. Sono migliaia quelli che ogni giorno abbracciano l'islam a dispetto degli incessanti sforzi dei nemici per fermare la sua propagazione.
    Allah dice: "Noi abbiamo fatto scendere il Monito, e Noi ne siamo i custodi."(Il Corano 15: 9)

    Lo studioso inglese Th. Carlyle dice di Muhammad: "Avete mai visto una religione così meravigliosa creata da un bugiardo ed impostore? Perchè un bugiardo non sarebbe capace di costruire una casa di tegole. Se non conosce le proprietà della calce, del cemento e della terra ecc..quello che riuscirà a costruire non sarebbe una casa, ma un ammasso di rovine e un mucchio di materie che non merita di mantenersi saldo sui suoi pilastri durante dodici secoli, abitato da 200 millioni di persone. I suoi pilastri non possono che crollare e rovinare come se nessuna costruzione ci fosse..."( Dal libro "Dissero sull'islam", del Dottor Imed Eddine Khalil, p. 123 )

    Il profeta ha preservato e conservato il santo Corano nei libri e nei cuori dei fedeli, così il Libro sacro si è tramandato da una generazione all'altra. Il suo insegnamento, il suo apprendimento e la sua memorizzazione costituiscono attività incessanti dei fedeli che sono felici di realizzare così la perennità della Rivelazione di Allah. Il profeta aveva infatti detto: "Il migliore dei fedeli è colui che studia il Corano e lo insegna." (Sahih di Bukhari.)

    Tanto si è tentato e tante volte si è provato di inserire, togliere o almeno modificare (a volte solo lettere e nemmeno parole) del Santo Corano. Tentativi tutti falliti in passato e destinati a fallire anche in futuro perchè ogni minima modifica è da moltissimi agevolmente reperibile e decisamente rimossa.

    Quanto alla sunna, seconda fonte della legislazione islamica, è stata preservata e conservata grazie agli sforzi di tantissimi uomini che si sono totalmente dedicati a raccogliere gli hadith, saggiare la loro appartenenza, esaminare la loro autenticità misurare il grado della loro affidabilità o debolezza. La cura della sunna profetica consolida la fede e conforta la sciaria islamica oltre che alimenta l'amore per il sigillo dei profeti.

    Michael Hart dice : "In verità Muhammad ha fondato una delle più grandi religioni del mondo ed è diventato uno dei leaders politici più influenti del pianeta. Oggi, tredici secoli dopo la sua morte, la sua influenza permane forte, in crescita."

  • L'autenticità, la veridicità dei precetti e dei principi portati dalla Missione di Muhammad (s), la loro validità per ogni spazio e tempo

    i buonissimi risultati ottenuti, per tanti secoli, dalla loro applicazione da parte dei fedeli, tutto questo costituisce una prova che la religione portata e predicata dal profeta, gli era stata rivelata da Allah. D'altronde, che male c'è a considerare ed ammettere che Muhammad è un profeta e messaggero di Allah, se sappiamo che Allah Eccelso ha prima di lui inviato tanti altri profeti e messaggeri all'umanità? Se la risposta è che non c'è nulla, nè razionalmente nè spiritualmente che lo impedisce, perchè mai si continua a contestarne la profezia mentre la si riconosce volentieri a tutti i suoi predecessori?

  • Le regole, gli ordinamenti, i precetti, le leggi e i sistemi legislativi che l'islam ha portato tramite Muhammad (s)

    in tutti i campi del sapere e in tutti i rapporti umani, dal commercio, alla guerra, dal matrimonio all'economia, dalla politica alla vita spirituale e contempltiva ... rappresentano un perfetto sitema globale che l'umanità intera stessa, con tutte le sue potenzialità creative, non riuscirà mai a concepire. Che dire allora di un uomo solo, illetterato, ... Come siffatto uomo è riuscito a produrre detto sistema; come è riuscito a formulare tale ordinamento attorno al quale vengono retti tutti i rapporti della vita? Questo non è indicazione dell'autenticità della sua profezia e veridicità della sua missione? Non è prova questa che egli "non parla d'impulso"?

  • La missione del Profeta di Allah è iniziata e diventata pubblica solo quando egli raggiunse l'età di quarant'anni.

    cioè ad una età piuttosto non più giovane, anzi in verità, in cui il vigore e la forza della giovinezza tendono a venir meno, rispetto alla tendenza per la pacatezza e il riposo pacifico dell'età matura.

    Th. Carlyle dice: "Quello che annienta tutte le allegazioni di coloro che sostengono che Muhammad non era sincero nella sua profezia è il fatto che egli ha passato il fiore della sua giovinezza e il furore della sua adolescenza in quella vita quiete e pacifica in compagnia di Khadigia – Allah sia soddisfatto di lei - e durante la quale non provò a provocare nè agitazione nè rumore che potessero produrre celebrità, autorità, potere ... Solo quando la giovinezza era passata ed era arrivata la vecchiezza che gli eruppe in petto quel vulcano che in lui prima si agitava; eruppe perchè voleva realizzare un grave evento e un progetto grandioso." ( Vedi lo scritto precedentemente indicato, del dottor Imed Eddine Khalil , p.124 )

    Da parte sua, R. Landau scrive nel suo libro "L'islam e gli arabi": "La missione di Muhammad era enorme; non era di quelle missioni alla portata di un impostore spinto da moventi egoistici - ed era questo il tratto di cui alcuni prematuri scrittori occidentali accusavano il profeta arabo – che si sperava realizzare con uno sforzo personale; l'integrità di cui diede prova Muhammad nel compimento della sua missione, la fede assoluta dei suoi seguaci nella rivelazione che egli viveva, la prova riprovata delle generazioni e dei secoli, tutti questi elementi rendono irragionevole accusare Muhammad di un qualunque genere di impostura premeditata. Inoltre, mai nella storia avvenne che una impostura di tipo religioso vivesse a lungo; mentre all'islam è avvenuto che ora sia giunto al suo bel tredicesimo secolo e non ha finito di crescere in numero di adepti e seguaci nuovi. Le pagine della storia non ci presentano nessun esempio di impostore la cui missione ebbe il vantaggio di creare uno tra i più grandi imperi del mondo e una civiltà tra quelle più nobili dell'umanità." ( Vedi "Dissero sull'islam", riferito anche sopra, dal dottor Imed Eddine Khalil.)